Lastra di zinco e filo di rame ritrovati nel parco di Villa Griffone.
Maurizio Bigazzi individuò, nei pressi di un piccolo edificio denominato “granarein” (piccolo granaio), a una cinquantina di metri dalla Villa, uno dei punti in cui Marconi aveva effettuato i suoi primi esperimenti all’aria aperta: lì, a una profondità di circa un metro, fu ritrovata una lastra metallica affondata nel terreno in posizione verticale (ne resta solo una parte, per via dell’ossidazione). La lastra completava il sistema antenna-terra che integrava l’apparato trasmettitore.
Poco tempo dopo, sul cipresso del parco si rinvenne un filo di rame rigido avvolto alla parte superiore del tronco. Da esso, tramite due isolatori di porcellana, scendeva una trecciola di fili, sempre di rame, ricoperta di guttaperca. La lunghezza del filo fa supporre che, durante gli esperimenti, il filo si estendesse fino alla finestra laterale del laboratorio di Marconi.
Sia l’uno che l’altro ritrovamento confermano l’idea che, una volta messosi al lavoro nel parco, proprio l’elemento antenna occupò principalmente i pensieri del giovane inventore, finché, dopo numerosi tentativi, non riuscì nel suo intento: servirsi dell’antenna per trasmettere un segnale oltre la collina dei Celestini.