Vari modelli di coesore realizzati e utilizzati per esperimenti radiotelegrafici dal giovane Marconi.
Hertz si era servito di un risonatore per rivelare in laboratorio le onde elettromagnetiche. Ma per ottenere una trasmissione di almeno qualche metro occorreva un apparato di ricezione differente. Ispirandosi a un’intuizione di Temistocle Calzecchi Onesti, vari scienziati dell’epoca elaborarono dispositivi riceventi che si basavano sulle proprietà del tubetto a limatura metallica.
Il giovane Marconi conosceva quelli di Branly e Lodge (di Calzecchi Onesti apprese in seguito e non mancò di rendergli omaggio) e si applicò a realizzare la propria versione, in cui la polvere di metallo era particolarmente fine, allo scopo di ottenere la massima sensibilità del coesore stesso.
A partire dal 1894 ne sperimentò diversi e in diverse occasioni. Nonostante infatti la delicatezza intrinseca del componente, l’uso del coesore rimase per parecchi anni l’unico modo di rivelare a distanza le onde hertziane – finché Marconi, nel 1902, non inventò il detector magnetico.