«La radiodiffusione, tuttavia, seppur con tutta l’importanza che ha ottenuto e i vasti campi inesplorati che rimangono ancora aperti, non è – a mio parere – la parte più significativa delle moderne comunicazioni, poiché è una comunicazione “a senso unico”. Un’importanza ben maggiore risiede, a mio parere, nella possibilità offerta dalla radio di scambiare comunicazioni ovunque si trovino i corrispondenti: nel mezzo dell’oceano, sulla banchisa ghiacciata del polo, nelle distese desertiche o sopra le nuvole in aeroplano!»
(Guglielmo Marconi, radiomessaggio al Chicago Tribune Forum, 11 marzo 1937)
Il telefono mobile viene detto “cellulare” perché utilizza un sistema radio organizzato in tante porzioni di territorio (celle) ognuna delle quali è dotata di una stazione radio base. Grazie a questa suddivisione, un telefono cellulare non è mai troppo distante dalla stazione cui è collegato e ciò permette di instaurare la comunicazione con potenze di emissione contenute. L’impiego di trasmettitori di limitata potenza consente il riuso di frequenza, poiché stazioni radio base differenti possono utilizzare le medesime risorse radio, purché si trovino sufficientemente distanti tra loro. In tal modo sono attivabili numerosi collegamenti senza sovrapposizione ovvero senza rischio di interferenza, anche nel caso in cui operino nella stessa banda di frequenza.
Se l’utente, durante un collegamento, si muove da una cella all’altra, un protocollo denominato hand over attiva l’accreditamento del terminale mobile presso la nuova cella senza interrompere il collegamento in corso.
Se l’utente invece esce dall’area geografica assegnata al proprio operatore telefonico, può ricorrere al servizio di un altro operatore mediante la procedura denominata roaming che permette appunto di avviare o di mantenere un collegamento utilizzando la rete di un operatore differente dal proprio.
Negli anni ’70 entrarono in servizio in vari paesi sistemi radiomobili pubblici di limitata capacità, rivolti a un’utenza business di alto livello. Operavano tipicamente nella banda VHF ed erano legati all’uso in automobile. I più avanzati erano tre: negli Usa (IMTS), in Germania (B-Netz) e in Italia (RTMI).
Negli anni ’80 vennero realizzati il sistema NMT (Nordic Mobile Telephone) dei Paesi Nordici e il sistema AMPS (dell’americana AT&T), che possono essere considerati i primi sistemi cellulari moderni.
Il successo del sistema NMT spinse i costruttori nordici a tentare la strada di apparati trasportabili, che potessero cioè essere estratti dall’auto e allocati in una valigetta. È il primo timido passo verso la telefonia personale.
Nel Regno Unito venne scelta pragmaticamente una versione “europeizzata” del sistema AMPS americano, denominata TACS (Total Access Communication System), operante nella banda a 900 MHz.
La Germania (Occidentale) arrivò ultima o quasi, ma il suo sistema (C450) era molto sofisticato e introdusse una novità: la SIM Card, ovvero la personalizzazione di un terminale attraverso una scheda individuale.
La CEPT (Conferenza Europea delle amministrazioni delle Poste e Telecomunicazioni), che aveva creato fin dal 1982 un gruppo di lavoro denominato GSM (Groupe Spécial Mobile), affidò allo stesso GSM il compito di definire un unico standard digitale europeo. Il gruppo si riuniva, fra gli altri posti, anche a Villa Griffone ed era guidato da un quadrumvirato (Francia, Germania, Regno Unito, Italia). Dal sistema cellulare analogico tedesco venne ripreso il concetto fondamentale della SIM-card che contiene dati relativi all’utente indipendentemente dal terminale di utente in cui viene collocata. Venne definita l’architettura di rete per poter gestire in modo nativo il roaming degli utenti fra le reti dei vari operatori, aprendo di fatto la strada a un sistema radiomobile globale. Vennero utilizzati in maniera sistematica concetti e protocolli appena definiti nell’ambito delle reti ISDN, cioè di reti integrate che permettevano la trasmissione di dati in forma digitale. Vennero introdotti e formalizzati i servizi SMS (Short Message Service).
Il servizio commerciale fu attivato ufficialmente in tutta l’Unione Europea il 1° luglio 1991. La sigla GSM era ormai conosciuta e quindi non conveniva abbandonarla, ma occorreva un nuovo significato, più adatto per le azioni di marketing. GSM si trasformò allora in Global System for Mobile communications.