Kit didattico
Villa Griffone, Pontecchio M. (BO)
6 maggio 2010
Attingendo all’esperienza maturata nel settore dei servizi educativi in anni di lavoro con le scuole e mettendo a frutto le rispettive attività di ricerca, documentazione e divulgazione della cultura tecnico-scientifica, il Museo del Patrimonio Industriale di Bologna e la Fondazione Guglielmo Marconi hanno portato avanti, in occasione delle iniziative legate al centenario del premio Nobel di Marconi e con il finanziamento della Regione Emilia-Romagna, la progettazione di un nuovo strumento didattico rivolto alle scuole secondarie di primo e di secondo grado (biennio).
Si tratta di un kit, da fornire in dotazione alle scuole della regione che ne abbiano fatto richiesta, contenente materiali e istruzioni per l’assemblaggio di apparati sperimentali, correlato da schede didattiche, pubblicazioni e filmati. Questo strumento, dedicato alla storia delle telecomunicazioni, permette di ricostruire con 5 diverse esperienze le principali tappe che, dai primi sistemi di trasmissione di messaggi a distanza, hanno portato a invenzioni come la radio, il telefono e il computer:
- TELEGRAFO OTTICO | Il passato in assenza di fili
- TELEGRAFO ELETTRICO | Morse e il collegamento con fili
- ELETTROMAGNETISMO | La possibilità di fare a meno dei fili
- TELEGRAFO SENZA FILI | Marconi e la nascita del wireless
- ANALOGICO E DIGITALE | La nuova era di codici e formati
Un video e alcune schede appositamente predisposte guidano passo passo l’assemblaggio dei materiali consentendo appunto di realizzare: un modello di telegrafo ottico, per simulare la trasmissione di messaggi a distanza utilizzando l’antico “codice a scacchiera” citato da Polibio; un telegrafo elettrico, per comunicare con il codice Morse; un “coherer” o “coesore” come quello utilizzato da Marconi per captare le onde elettromagnetiche e dare inizio alla comunicazione “senza fili” ossia wireless. Inoltre, con i materiali forniti, si possono ripetere in classe gli esperimenti sull’elettromagnetismo di Oersted e Faraday e cimentarsi in un gioco per capire la differenza tra analogico e digitale.
Dal punto di vista metodologico, si è scelto di favorire una didattica del “fare e saper fare”, per coinvolgere i ragazzi in attività operative che stimolino i processi logici, recuperando la manualità e la capacità di lavorare in gruppo.
Il kit è studiato in modo da poter essere impiegato in piena autonomia dalle classi, utilizzando materiali poveri e di facile reperibilità, che consentano la ripetibilità delle esperienze proposte.
È stato distribuito a partire dall’autunno 2010 alle scuole della regione Emilia-Romagna che ne hanno fatto richiesta.